Era già l'ora che volge il disio/ ai navicanti e 'intenerisce il core/ lo dì c'han detto ai dolci amici addio;

Di pari, come buoi che vanno al giogo, m’andava io con quell’anima carca, fin che ‘l sofferse il dolce pedagogo.

E fuggir ver’ la costa, com’om che va, né sa dove rïesca;.

O somma sapïenza, quanta è l'arte che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, e quanto giusto tua virtù comparte!

"Lo sol sen va", soggiunse, "e vien la sera; non v'arrestate, ma studiate il passo, mentre che l'occidente non si annera".

La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove.

Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: ben dovrebb'esser la tua man più pia, se state fossimo anime di serpi

ché quella voglia a li alberi ci mena

"dolce color d'oriental zaffiro, / che s'accoglieva nel sereno aspetto del messo, puro infino al primo giro"

«Lèvati sù», disse 'l maestro, «in piede: la via è lunga e 'l cammino è malvagio, e già il sole a mezza terza riede».

La luce in che rideva il mio tesoro ch’io trovai lì, si fé prima corusca, quale a raggio di sole specchio d’oro

“Vede quel loco d’inferno è da essa; / cignesi con la coda tante volte / quantunque gradi vuol che giù sia messa.”